Lui & Lei
Passeggiata in pineta
di Grande_Bruno
02.11.2024 |
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"Dopo una decina di minuti la vidi ricomparire..."
Ogni giorno all’inizio della primavera, dopo pranzo, mi piace fare una passeggiata nella pineta a pochi passi da casa mia.
Di solito mi fermo sulla mia panchina preferita in un angolo un po’ nascosto sotto un enorme cespuglio di gelsomino, chiudo gli occhi e mi rilasso una mezz’oretta. Di solito verso le 2,00 e le 3,00, il parco era quasi sempre deserto e silenzioso.
Un pomeriggio presto, mentre ero intento a guardare verso una piccola stradina sterrata, lungo il percorso che di solito percorro, vidi comparire una ragazza con un bellissimo cane al guinzaglio. Man mano che si avvicinava avevo modo dimettere meglio a fuoco la sua immagine.
Era una ragazza bruna con i capelli leggermente mossi raccolti in una coda.
Era magra ma non troppo, portava un largo pantalone blu tipo tuta elasticizzata, una canotta bianca ed un giubbottino jeans. Sembrava stesse fissando il vuoto mentre il suo cane continuava a strattonala. Fu quando mi fu vicina che realizzai quanto fosse bella; lineamenti perfetti, abbronzatura perfetta, occhi verdi. A dispetto del suo abbigliamento, assolutamente trascurato, era davvero una ragazza stupenda.
Continuai a seguirla con lo sguardo anche quando mi superò continuando la sua passeggiata. Osservandola da dietro notai uno di quei particolari che, se nella maggior parte dei casi non ti fanno nessun effetto o quanto meno reputi normali, in altri momenti ti scatenano un’eccitazione particolare: i pantaloni erano leggermente più grandi della sua taglia e l’elastico probabilmente allentato era sceso in modo tale da lasciare scoperta alla vista tutta la parte alta del suo culo. Si vedeva benissimo un minuscolo perizoma lilla che si perdeva nel solco delle perfette chiappe.
Non sono particolarmente espansivo né loquace e quindi mi sembrò subito molto difficile poter riuscire a conoscerla. Eppure avrei dato tutto pur di poterla avvicinare. In realtà non riuscii a fare niente. Mi scartai una caramella alla frutta ed aspettai, sperando che ripassasse di lì. Dopo una decina di minuti la vidi ricomparire.
La mia eccitazione ricominciò a salire quando vidi che, con estrema disinvoltura, si venne a sedere sulla mia stessa panchina. Si buttò sulla panca come se fosse sfinita. Poi girandosi verso di me mi svegliò da una specie di trans chiedendomi «mi offriresti una di quelle caramelle?», indicando la busta di «Haribo» che avevo in mano. Incredulo di poterla guardare così da vicino, aprii la busta e gliela offrii, non riuscendo però a dirle una parola. Rimasi invece immobile a guardarla mentre coccolava il suo cane accarezzandolo con una mano sulla schiena. Il suo vestire così sciatto strideva però con alcuni particolari; le sue mani per esempio erano uno spettacolo: abbronzate con delle dita lunghe e le unghie curatissime con uno smalto madreperlato che contrastava il colore dell’abbronzatura.
Continuava ad accarezzare il suo cane pettinandogli il pelo con le mani. Il suo cagnolone ad un certo punto mentre lei era seduta con le gambe stese, le abbracciò con le zampe anteriori una gamba e, tenendosi ben piantato su quelle posteriori incomincio a sfregarsi freneticamente il ventre ed il sesso contro la sua coscia simulando un rapporto sessuale. Lei continuava ad accarezzargli la testa mentre il cane continuava come un toro a sfregarsi contro di lei.
Dopo un paio di minuti lei liberò la sua gamba da quella presa selvaggia e sussurrò al suo cane «aspetta cucciolone» e andò, con una mano, a cercare, sotto il ventre dell’animale, il suo ormai rossissimo pisellone e incredibilmente con una decina di colpi di mano lo fece eiaculare. Io ero assolutamente in trans e, mio malgrado, con una erezione disumana nei pantaloni. La ragazza si girò verso di me e mi chiese: «hai un fazzoletto di carta?» ed in quel momento vidi la sua mano splendida completamente piena della sborra del cane. Come un automa mi alzai per prendere dalla tasca i fazzoletti. Nel far questo la mia erezione era ormai palese davanti agli occhi della ragazza. Lei prese il fazzoletto e lentamente guardandomi negli occhi si ripulì la mano.
Dopo di che, come se fosse stata la cosa più normale del mondo, mi fece segno di avvicinarmi e, senza dire una parola, afferrò con decisione il mio pacco attraverso i pantaloni. La mia erezione era pazzesca ed il contatto con la sua mano non faceva altro che renderla ancora più potente. Allentò gli elastici dei miei pantaloni, tirò fuori il cazzo dagli slip e incominciò un lentissimo su e giù. Ero in paradiso, non potevo credere ai miei occhi: quelle stupende mani erano strette sul mio cazzo, mi accarezzavano le palle, la sua faccia era a non più di dieci centimetri dalla mia asta, i suoi occhi erano fissi sulla mia cappella. Muoveva la mano su e giù con una lentezza esasperante e decisamente estenuante. In quel momento non capii più nulla.
Come se mi fossi trasformato in un animale, la staccai da me, la feci sdraiare sul prato dietro la panchina, la misi a quattro zampe, le abbassai i pantaloni ed il perizoma. Affondai subito la mia lingua dentro la sua fica inzuppata di un liquido denso e profumato, le spinsi la lingua con forza dentro l’ano e quindi, violentemente, in quella posizione la baciai facendole sentire il sapore animalesco delle sue stesse voglie.
Mentre era in quella posizione a quattro zampe e, mentre la baciavo, mi afferrò il cazzo e, stringendomelo, lo portò con decisione fra le sue gambe. Pensavo che lo desiderasse in fica e invece lo puntò contro il suo buchino sussurrandomi: «mettimelo in culo». Così spinsi con decisione e, prima la mia enorme cappella e poi tutto il mio cazzo, le entrarono senza esitazione. Il suo culo era caldo stretto ma allo stesso tempo estremamente accogliente. Lei aveva gli occhi chiusi, si passava la lingua sulle labbra e, concentrata nel piacere che stava provando, dava dei forti e lunghi colpi all’indietro con i quali si ficcava il mio cazzo sempre più in profondità.
Continuò così per una decina di minuti nei quali probabilmente ebbe diversi orgasmi ed alla fine dei quali, non resistetti più e le scaricai un mare di sborra direttamente in culo. Si girò con ancora il mio cazzo dentro di lei e mi diede uno dei baci più dolci ed eccitanti della mia vita. Quindi si sfilò da quella posizione e, dopo essersi spalmata su tutto il culo il mio seme che le fuoriusciva da dentro, si sistemò i pantaloni, mi diede un bacio e andò via con il suo cagnolone.
Ogni giorno, alla stessa ora ero lì su quella panchina ad aspettare che passasse di nuovo, ma di lei e del suo cane non ho saputo più nulla.
Nella pineta vicino casa mia, a volte, avvengono dei veri e propri miracoli.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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